14 febbraio 2014

Paese che vai, dogana che trovi.

Simone Del Nevo, consulente per il commercio estero, è un profondo conoscitore del mondo dei trasporti internazionali e delle procedure doganali. Ha scritto per Il Sole 24 Ore, Italia Oggi, il Giornale della Logistica, NewsMercati e per tante altre riviste specialistiche. Fondatore e amministratore della STUDIO DEL NEVO S.R.L. con sede a Parma, oltre che di consulenza in senso stretto, si occupa anche di formazione professionale rivolta ad imprese, enti pubblici e associazioni di categoria.
 
Attraverso l'intervista, Simone Del Nevo approfondisce gli aspetti legati alle spedizioni delle merci da e per l’Italia.
 
Intervista a cura di Pasquale Canu
 
Iniziamo ricordando che a gennaio di quest’anno per la Giuffrè editore, è stato pubblicato il libro intitolato “IVA estero e dogane”, scritto da te assieme a Gabriele Liberatore e a Fabio Tullio Coaloa. Quali sono i principali argomenti che affrontate e quale filo logico avete adottato?
 
Il libro è stato da noi pensato per fornire ai lettori un quadro di riferimento molto ampio sugli aspetti fiscali legati al commercio internazionale, seguendo uno schema che si avvicina il più possibile alle esigenze pratiche degli operatori del settore, il tutto aggiornato con le più recenti riforme delle Agenzie fiscali e dello Statuto dei diritti del contribuente.
Nell’opera son stati introdotti gli aspetti più rilevanti che riguardano sia l’insieme delle procedure da espletare con gli istituti doganali, sia le più comuni e più frequenti contestazioni che possono sorge alla frontiera.
Nel libro è oltretutto possibile trovare l’elencazione e la descrizione dei più importanti adempimenti fiscali in merito alle transazioni che avvengono con l’estero.
Sempre nel libro, si è dato risalto anche ai differenti regimi d’IVA delle operazioni che si effettuano coi Paesi extracomunitari, senza trascurare le regole d’IVA per la categoria dei non residenti e i rimborsi a favore di questi ultimi, dedicando, per l’appunto, un’apposita sezione.
Più nello specifico, abbiamo altresì pensato di affrontare le problematiche connesse all’import ed all’export delle merci sulla base della loro origine, poiché nell'ultimo decennio ha assunto una crescente importanza.
Mantenendo il collegamento con le questioni di carattere doganale, al fine di pianificare nel modo migliore il trasporto delle merci dall’Italia verso l’estero, quali sono secondo te i fattori più importanti da dover considerare, relativamente alle differenze tra Paesi intra-CEE ed extra-CEE?

Occorre ammettere che la normativa doganale non è sempre chiara e purtroppo, ancora oggi, non è infrequente trovare differenze nell’applicazione delle regole da una dogana ad un’altra. Il commercio estero è molto affascinante ma ricco di insidie, per cui è assolutamente indispensabile che gli operatori si affaccino sul mercato con una preparazione che va da una corretta impostazione dei contratti commerciali, ad una conoscenza degli INCOTERMS, delle regole dei trasporti internazionali e soprattutto delle regole doganali. Proprio quest’ultimo aspetto  è spesso sottovalutato dagli operatori, con la conseguenza che il contenzioso doganale oggi ha raggiunto livelli molto elevati. Ritengo sia comunque giusto sottolineare come il commercio nell’ambito dell’Unione Europea, dal punto di vista doganale, sia molto più semplice rispetto a prima, in quanto non esistono verifiche fisiche delle merci oggetto della cessione/acquisto. Tuttavia, anche per questo tipo di commercio, occorre seguire una serie di adempimenti perentori, come la dichiarazione INTRASTAT in dogana ed il controllo delle prove di avvenuta consegna a destino dei beni.
 
Nelle transazioni import/export a seguito di errori nella documentazione per le spedizioni, si può incorrere in sanzioni, alle volte anche pesanti. Quali sono le più comuni e come porvi rimedio?

In effetti le sanzioni di carattere doganale negli ultimi anni sono quasi decuplicate soprattutto per violazioni della normativa all’import. Personalmente credo che il rimedio sia costituito soprattutto dalla prevenzione. Le aziende devono capire che l’espletamento delle formalità doganali deve seguire regole precise e rispettare normative rigorose, per cui è necessario che imparino a compilare i documenti con una certa scrupolosità. Ritengo che la soluzione futura di tutte le medio/grandi aziende, sia costituita dall’espletamento delle formalità doganali direttamente presso lo stabilimento dell’esportatore/importatore: in questo modo l’azienda potrà avere sotto diretto controllo tutto l’iter dell’esportazione/importazione.
 
Per poter definire dei principi chiari per tutti sulle modalità di spedizione, son stati introdotti gli INCOTERMS, International Commercial Terms. Puoi farci luce sul loro significato ed utilizzo, e sulle sigle che li compongono?

Gli INCOTERMS sono delle clausole del contratto di compravendita per mezzo delle quali gli operatori decidono come ripartirsi i costi ed i rischi delle transazione internazionali. Ad essi fanno capo delle sigle riconosciute ormai su base mondiale, le quali permettono agli operatori di comprendere immediatamente sino a dove il venditore vuole spingersi nell’assumersi costi e rischi di una spedizione all’estero e da dove iniziano invece le incombenze dell’acquirente. Purtroppo le aziende italiane sono solite a vendere con la resa Ex Works (EXW), porto franco, che prevede il livello minimo di adempimenti a carico del venditore, con l’illusione che vendendo in questi termini, il gioco sia molto semplice. Tengo invece a sottolineare che tale termine di resa è fonte di molte problematiche doganali e fiscali a carico dei venditori, i quali perdono il controllo della spedizione internazionale e dell’espletamento delle formalità doganali, correndo così il rischio di subire pensanti sanzioni di carattere fiscale.
 
Trasporto merci ferroviario e su gomma. A volte sono alternativi l’uno all’altro, ma possono essere anche contigui fra loro. Quali considerazioni fare prima di una spedizione?

Anche in questo caso, purtroppo, pare che in Italia la scelta automatica ricada sempre sul trasporto su gomma. Se si conoscessero meglio le dinamiche del trasporto, si potrebbero invece valutare, in funzione della tipologia della merce e della distanza, anche altre tipologie di mezzi di trasporto. Certamente il territorio italiano, a causa della sua morfologia e dell’arretratezza del sistema ferroviario, presenta molti limiti dal punto di vista dei trasporti a mezzo treno. In ogni caso suggerisco di affidare i propri trasporti ad una valida casa di spedizione che potrà ottimizzare senza dubbio tempi e costi del trasporto. In generale è però opportuno individuare più case di spedizione, scegliendo quella maggiormente specializzata sulla rotta di proprio interesse.
 
Quando si intraprendono scambi commerciali con l’estero, un rischio potenziale molto comune, può essere rappresentato dalle frodi. Qual è il tuo parere, sulla base della tua esperienza professionale?

Come già accennato le frodi sono frequentissime e gli operatori devono cercare di tutelarsi preventivamente. Anche il mercato comunitario, che apparentemente sembra più tranquillo rispetto al panorama mondiale, non è assolutamente immune da frodi. Purtroppo, nei quasi vent’anni di attività, ho assistito a più di una frode. In particolare ho avuto modo di constatare che molte delle merci importate da aziende del settore tessile, costituite da cinesi residenti in Italia, con destinazione la città di Prato, si è conclusa con una facile frode ai fini IVA.
 
Il 9 febbraio 2014 in Svizzera col 50,3% dei voti è passato il referendum che di fatto obbliga entro tre anni il Consiglio Federale elvetico a tradurre in legge la reintroduzione dei contingenti, ossia delle quote di controllo sul numero massimo di stranieri di qualunque nazionalità che intendono lavorare all’interno del territorio confederale, in opposizione dunque al principio della libera circolazione delle persone stabilito tra l'Unione Europea e la stessa Svizzera. Se l’Europa, in seguito all’adozione di un provvedimento simile, decidesse di rivedere tutti gli accordi bilaterali con la Svizzera, come del resto sta già minacciando di fare, quali ripercussioni potrebbero esserci sul trasferimento delle merci in Svizzera o attraverso essa?

La decisione della Svizzera potrebbe avere delle ripercussioni decisamente pesanti sui traffici commerciali, in quanto la Svizzera, per la sua posizione geografica, viene attraversata quotidianamente da molte merci destinate ai mercati del nord Europa e sopratutto verso i porti olandesi. Inoltre, tra l’Unione Europea e la Svizzera, è attualmente in vigore un accordo bilaterale di carattere preferenziale, in forza del quale entrambi alla frontiera sono vincolati alla non applicazione dei dazi sulle merci di origine, sia dell’uno e che dell’altro. Questo accordo, garantisce considerevolmente un buon interscambio merci, che a questo punto potrebbe essere messo seriamente in discussione. Personalmente mi auguro che si arrivi ad una soluzione positiva della questione, altrimenti verrebbero a delinearsi degli scenari poco confortanti.





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