Simone Del Nevo, consulente per il commercio estero, è un profondo conoscitore del mondo dei trasporti internazionali e delle procedure doganali. Ha scritto per Il Sole 24 Ore, Italia Oggi, il Giornale della Logistica, NewsMercati e per tante altre riviste specialistiche. Fondatore e amministratore della STUDIO DEL NEVO S.R.L. con sede a Parma, oltre che di consulenza in senso stretto, si occupa anche di formazione professionale rivolta ad imprese, enti pubblici e associazioni di categoria.
Attraverso l'intervista, Simone Del Nevo approfondisce gli aspetti legati alle spedizioni
delle merci da e per l’Italia.
Intervista
a cura di Pasquale Canu
Iniziamo ricordando che a gennaio di quest’anno per la
Giuffrè editore, è stato pubblicato il libro intitolato “IVA estero e dogane”, scritto da te assieme a Gabriele Liberatore e a Fabio Tullio Coaloa.
Quali sono i principali argomenti che affrontate e quale filo logico avete adottato?
Il libro è stato da noi pensato per fornire
ai lettori un quadro di riferimento molto ampio sugli aspetti fiscali legati al
commercio internazionale, seguendo uno schema che si avvicina il più possibile
alle esigenze pratiche degli operatori del settore, il tutto aggiornato con le più
recenti riforme delle Agenzie fiscali e dello Statuto dei diritti del
contribuente.
Nell’opera son stati introdotti gli aspetti
più rilevanti che riguardano sia l’insieme delle procedure da espletare con gli
istituti doganali, sia le più comuni e più frequenti contestazioni che possono
sorge alla frontiera.
Nel libro è oltretutto possibile trovare l’elencazione
e la descrizione dei più importanti adempimenti fiscali in merito alle transazioni
che avvengono con l’estero.
Sempre nel libro, si è dato risalto anche ai differenti
regimi d’IVA delle operazioni che si effettuano coi Paesi extracomunitari, senza
trascurare le regole d’IVA per la categoria dei non residenti e i rimborsi a
favore di questi ultimi, dedicando, per l’appunto, un’apposita sezione.
Più nello specifico, abbiamo altresì pensato
di affrontare le problematiche connesse all’import ed all’export delle merci
sulla base della loro origine, poiché nell'ultimo decennio ha assunto una
crescente importanza.
Mantenendo il collegamento
con le questioni di carattere doganale, al fine di pianificare nel modo
migliore il trasporto delle merci dall’Italia verso l’estero, quali sono
secondo te i fattori più importanti da dover considerare, relativamente alle
differenze tra Paesi intra-CEE ed extra-CEE?
Occorre ammettere che la normativa doganale non è sempre
chiara e purtroppo, ancora oggi, non è infrequente trovare differenze
nell’applicazione delle regole da una dogana ad un’altra. Il commercio estero è
molto affascinante ma ricco di insidie, per cui è assolutamente indispensabile
che gli operatori si affaccino sul mercato con una preparazione che va da una
corretta impostazione dei contratti commerciali, ad una conoscenza degli INCOTERMS,
delle regole dei trasporti internazionali e soprattutto delle regole doganali.
Proprio quest’ultimo aspetto è spesso
sottovalutato dagli operatori, con la conseguenza che il contenzioso doganale
oggi ha raggiunto livelli molto elevati. Ritengo sia comunque giusto sottolineare
come il commercio nell’ambito dell’Unione Europea, dal punto di vista doganale,
sia molto più semplice rispetto a prima, in quanto non esistono verifiche
fisiche delle merci oggetto della cessione/acquisto. Tuttavia, anche per questo
tipo di commercio, occorre seguire una serie di adempimenti perentori, come la
dichiarazione INTRASTAT in dogana ed il controllo delle prove di avvenuta
consegna a destino dei beni.
Nelle
transazioni import/export a seguito di errori nella documentazione per le
spedizioni, si può incorrere in sanzioni, alle volte anche pesanti. Quali sono
le più comuni e come porvi rimedio?
In effetti le sanzioni di carattere doganale
negli ultimi anni sono quasi decuplicate soprattutto per violazioni della
normativa all’import. Personalmente credo che il rimedio sia costituito
soprattutto dalla prevenzione. Le aziende devono capire che l’espletamento
delle formalità doganali deve seguire regole precise e rispettare normative
rigorose, per cui è necessario che imparino a compilare i documenti con una
certa scrupolosità. Ritengo che la soluzione futura di tutte le medio/grandi
aziende, sia costituita dall’espletamento delle formalità doganali direttamente
presso lo stabilimento dell’esportatore/importatore: in questo modo l’azienda
potrà avere sotto diretto controllo tutto l’iter dell’esportazione/importazione.
Per poter definire dei principi chiari per tutti sulle
modalità di spedizione, son stati introdotti gli INCOTERMS, International
Commercial Terms.
Puoi farci luce sul loro significato ed utilizzo, e sulle sigle che li
compongono?
Gli INCOTERMS sono delle clausole del
contratto di compravendita per mezzo delle quali gli operatori decidono come
ripartirsi i costi ed i rischi delle transazione internazionali. Ad essi fanno
capo delle sigle riconosciute ormai su base mondiale, le quali permettono agli
operatori di comprendere immediatamente sino a dove il venditore vuole
spingersi nell’assumersi costi e rischi di una spedizione all’estero e da dove
iniziano invece le incombenze dell’acquirente. Purtroppo le aziende italiane
sono solite a vendere con la resa Ex Works
(EXW), porto franco, che prevede il livello minimo di adempimenti a carico
del venditore, con l’illusione che vendendo in questi termini, il gioco sia
molto semplice. Tengo invece a sottolineare che tale termine di resa è fonte di
molte problematiche doganali e fiscali a carico dei venditori, i quali perdono
il controllo della spedizione internazionale e dell’espletamento delle
formalità doganali, correndo così il rischio di subire pensanti sanzioni di
carattere fiscale.
Trasporto
merci ferroviario e su gomma. A volte sono alternativi l’uno all’altro, ma possono
essere anche contigui fra loro. Quali considerazioni fare prima di una
spedizione?
Anche in questo caso, purtroppo, pare che in
Italia la scelta automatica ricada sempre sul trasporto su gomma. Se si
conoscessero meglio le dinamiche del trasporto, si potrebbero invece valutare,
in funzione della tipologia della merce e della distanza, anche altre tipologie
di mezzi di trasporto. Certamente il territorio italiano, a causa della sua
morfologia e dell’arretratezza del sistema ferroviario, presenta molti limiti
dal punto di vista dei trasporti a mezzo treno. In ogni caso suggerisco di
affidare i propri trasporti ad una valida casa di spedizione che potrà
ottimizzare senza dubbio tempi e costi del trasporto. In generale è però
opportuno individuare più case di spedizione, scegliendo quella maggiormente specializzata
sulla rotta di proprio interesse.
Quando si
intraprendono scambi commerciali con l’estero, un rischio potenziale molto
comune, può essere rappresentato dalle frodi. Qual è il tuo parere, sulla base
della tua esperienza professionale?
Come già accennato le frodi sono
frequentissime e gli operatori devono cercare di tutelarsi preventivamente.
Anche il mercato comunitario, che apparentemente sembra più tranquillo rispetto
al panorama mondiale, non è assolutamente immune da frodi. Purtroppo, nei quasi
vent’anni di attività, ho assistito a più di una frode. In particolare ho avuto
modo di constatare che molte delle merci importate da aziende del settore
tessile, costituite da cinesi residenti in Italia, con destinazione la città di
Prato, si è conclusa con una facile frode ai fini IVA.
Il 9 febbraio 2014 in Svizzera col 50,3% dei voti è
passato il referendum che di fatto obbliga entro tre anni il Consiglio Federale
elvetico a tradurre in legge la reintroduzione dei contingenti, ossia delle
quote di controllo sul numero massimo di stranieri di qualunque nazionalità che
intendono lavorare all’interno del territorio confederale, in opposizione
dunque al principio della libera circolazione delle persone stabilito tra l'Unione
Europea e la stessa Svizzera. Se l’Europa,
in seguito all’adozione di un provvedimento simile, decidesse di rivedere tutti
gli accordi bilaterali con la Svizzera, come del resto sta già minacciando di
fare, quali ripercussioni potrebbero esserci sul trasferimento delle merci in
Svizzera o attraverso essa?
La decisione della Svizzera potrebbe avere
delle ripercussioni decisamente pesanti sui traffici commerciali, in quanto la
Svizzera, per la sua posizione geografica, viene attraversata quotidianamente
da molte merci destinate ai mercati del nord Europa e sopratutto verso i porti
olandesi. Inoltre, tra l’Unione Europea e la Svizzera, è attualmente in vigore
un accordo bilaterale di carattere preferenziale, in forza del quale entrambi
alla frontiera sono vincolati alla non applicazione dei dazi sulle merci di
origine, sia dell’uno e che dell’altro. Questo accordo, garantisce considerevolmente
un buon interscambio merci, che a questo punto potrebbe essere messo seriamente
in discussione. Personalmente mi auguro che si arrivi ad una soluzione positiva
della questione, altrimenti verrebbero a delinearsi degli scenari poco
confortanti.
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