Nelle
transazioni con l’estero le banche assumono un ruolo di rilevanza assoluta
sotto molteplici aspetti. Oltre a
consentire il normale trasferimento di denaro che avviene tra venditore e
compratore tramite intermediazione bancaria, gli istituti di credito offrono un
quadro completo di riferimento sui passi da compiere affinché gli scambi
commerciali avvengano adeguatamente in sicurezza, riducendo il più possibile le
situazioni di rischio che spesso caratterizzano i rapporti di oltreconfine.
Tiziana Conte, grazie alla sua esperienza
pluridecennale nel settore bancario per i mercati esteri, ci fornirà una
disamina molto attenta e dettagliata con riguardo a questa delicata tematica,
chiarendo molti interrogativi che possono sorgere con le controparti estere.
Intervista a cura di Pasquale Canu
Lavorare
coi mercati esteri implica necessariamente per le imprese uno sforzo finanziario
adeguato. Come le imprese dovrebbero impostare una strategia finanziaria
ottimale capace di fornire solide basi alle proprie iniziative? Nel far ciò,
quali sono gli errori in cui le imprese incappano maggiormente e che potrebbero
essere evitati?
Nel commercio internazionale extra Unione
Europea i rischi assumono aspetti e rilevanza del tutto particolari a causa
delle distanze geografiche che intercorrono fra gli operatori, e che a volte sono
notevoli, della difficoltà di chiarezza nei rapporti data dalla diversità di
lingua e di legislazione, dalle incertezze di stabilire a priori l’esatta
remunerazione della transazione a causa dell’oscillazione delle valute e della
possibile svalutazione monetaria. Non ultimo si deve tenere presente, per
determinati Paesi, l’aspetto socio-politico che può portare ad improvvisi
blocchi se non addirittura a degli embarghi negli scambi. Pertanto, oltre ai
normali accorgimenti che valgono anche per il mercato nazionale, un’azienda che
opera sul mercato internazionale deve porre in atto una strategia più attenta e
puntuale che preveda sistemi di copertura dei rischi al fine di evitare che
eventi imprevisti compromettano la stabilità finanziaria e patrimoniale
dell’azienda.
L’errore più comune in cui, sono incorse
alcune aziende negli scorsi anni, è pensare che con la globalizzazione e la
facilità di comunicazione le operazioni sui mercati internazionali siano
assimilabili a quelle nazionali e, di conseguenza, non necessitino di analisi e
coperture specifiche.
Il
rischio che la nostra controparte non ottemperi alle proprie obbligazioni di
pagamento, è causa di forte preoccupazione tra coloro che vendono all’estero,
al punto che può diventare di fondamentale importanza l’acquisizione di tutta
una serie di informazioni tese a verificare il grado di solvibilità del
cliente. Le banche come possono operare per l’accertamento dell’affidabilità dei
partner commerciali esteri a tutela dei propri clienti? Quali sono le procedure da seguite?
L’acquisizione di informazioni sulle
controparti estere, sulla loro solvibilità, sul rischio Paese e quant’altro,
diventa fondamentale per l’azienda italiana che voglia operare sul mercato
estero. Le banche possono giocare un ruolo importante con i loro uffici
specializzati che offrono al cliente studi di mercato, analisi finanziare di
settore, ricerca delle controparti, informazioni commerciali sulle aziende, che
potranno richiedere rivolgendosi alla loro filiale. Tali servizi possono essere
i più ampi nei gruppi bancari di grandi dimensioni che hanno la possibilità di
rivolgersi ai loro uffici di rappresentanza, alle loro filiali, alle banche del
gruppo esistenti praticamente in tutto il mondo e, ove non presenti, tramite
aziende specializzate locali con cui intrattengono rapporti continuativi.
Eventi
politici, sociali, economici e finanziari di un Paese estero, come guerre,
colpi di Stato, default finanziari, fortissime svalutazioni valutarie, possono
rendere vano il tentativo di ottenere l’incasso dei propri crediti, poiché non
di rado in queste situazioni di estrema turbolenza, gli istituti di credito di
questi Stati, effettuano il blocco dei pagamenti verso l’estero, com’è successo
ad esempio a seguito della crisi in
Libia. E’ possibile non rimanere passivi di fronte a tali sconvolgimenti,
magari tutelandosi mettendo in essere forme di assicurazione contro il rischio
Paese? A prescindere da questa soluzione, la propria banca che consigli può
dare in merito?
Per quanto attiene al rischio
controparte, banca, Paese, cambio e tasso la banca può fornire consulenza sul
mezzo di pagamento più idoneo, offrendo strumenti differenziati in relazione
alle tipologie di operazioni e alle esigenze delle parti: ad esempio un credito
documentario copre il rischio di mancato pagamento del debitore; se è
confermato copre anche il rischio banca emittente e Paese; una garanzia
internazionale può coprire il rischio sia di mancato pagamento che di mancata
prestazione; esistono, poi, vari e differenziati strumenti di copertura dei
rischi di cambio e tasso.
Gli scambi con l’estero richiedono un’adeguata
preparazione sulle principali tematiche doganali legate all’import-export per
le limitazioni e i divieti che attengono a particolari tipologie di merci
(normativa “dual-use”), ad alcuni Paesi
(normativa sugli embarghi) e alle controparti (soggetti inclusi nella “black list”, con i quali non è possibile
operare per nessuna ragione). In relazione a ciò le aziende devono, pertanto,
effettuare preventive verifiche sulla fattibilità dell’operazione, le quali
possono essere effettuate tramite la propria banca.
Quando
si opera con Paesi esteri che non hanno l’euro ma una moneta propria, ci si
confronta con le oscillazioni dei cambi valutari, che
possono avere anche degli sbalzi considerevoli, soprattutto al verificarsi di
casi in cui degli Stati piombino nel vortice dell’inflazione. Come si può
affrontare una trattativa commerciale considerando le variazioni dei cambi, sia
quando si ha a che fare con valute forti come il dollaro e la sterlina, e con
valute deboli come il rublo e quelle dei Paesi meno sviluppati?
Per le aziende che operano in valuta
estera è importante definire con precisione il prezzo di vendita o di acquisto
espresso in Euro, generalmente in fase di stipula del contratto con la
controparte estera, momento nel quale ci si impegna ad eseguire o a ricevere un
pagamento ad una determinata data futura. Le oscillazioni del cambio delle
valute estere dipende da un’infinità di variabili di natura finanziaria,
economica e politica che, ovviamente, sono fuori dal controllo degli operatori.
Pertanto, al fine di ottenere certezza dell’entità dei costi o ricavi futuri, è
opportuno che le aziende attivino dei sistemi di copertura sistematica del
rischio di cambio che, a seconda della strategia adottata, possono essere
attivati contestualmente alla nascita del rischio, cioè al momento della
fissazione del prezzo, o in una fase successiva.
Lo strumento di copertura classico è il
contratto a termine che permette di fissare con la banca il prezzo di acquisto
o di vendita di un importo in divisa estera ad una determinata data, il cui
obiettivo è, quindi, di conoscere in anticipo il controvalore dell’incasso o pagamento
in valuta che avverrà ad una scadenza futura.
Esiste, poi, una serie articolata di altri strumenti (opzioni, futures,
swap, ecc.) che, pur basandosi sullo stesso principio e scopo di copertura del
rischio di cambio, presentano differenziazioni tali da adattarsi alle diverse
esigenze e strategie aziendali.
In che misura le attuali tecnologie, in particolare tramite internet, impattano nei rapporti di interscambio monetari con l’estero?
Nonostante l’avvento delle nuove tecnologie, le imprese effettuano gli interscambi monetari internazionali per la maggior parte tramite gli istituti bancari. Va inoltre tenuto conto che alcuni strumenti di pagamento internazionali, come il credito, l’incasso e le garanzie, basandosi su documenti originali cartacei, sono rimasti invariati nel tempo e così sarà finché in tutto il mondo le aziende, le banche, le dogane ed ogni altra istituzione coinvolta nelle spedizioni internazionali non saranno provviste di sistemi digitalizzati che possano tutti colloquiare fra di loro.
Quali
sono le modalità di pagamento più utilizzate e più sicure nelle transazioni con
l’estero? Puoi fare una panoramica?
Il sistema di pagamento sarà,
naturalmente, determinato dall’incontro delle esigenze contrapposte del
venditore che punterà ad un incasso del proprio credito il più veloce
possibile, e del compratore che cercherà di posticipare il pagamento, ma sarà
anche influenzato da vari fattori: prassi bancaria, rischio commerciale, situazione
politico-economica dei Paesi, rapporto e conoscenza fra venditore e compratore,
forza contrattuale e situazione del settore merceologico, regime valutario,
rischio commerciale e politico.
Le principali modalità di pagamento
internazionali sono:
ASSEGNO - L’utilizzo dell’assegno, come
nel mercato nazionale, è in forte diminuzione, ma resta pur sempre presente in
alcune piccole transazioni e la cui negoziazione presenta gli aspetti di
rischio tipici dello strumento aggravati dalle eventuali differenze delle norme
legislative del Paese estero.
BONIFICO BANCARIO - Il bonifico bancario
è lo strumento più utilizzato anche nelle transazioni bancarie internazionali,
sia per la facilità di effettuazione anche tramite home banking, sia per il costo ridotto. Il rischio derivante da
tale modalità sta tutto nella tempistica di effettuazione: il pagamento
anticipato rispetto alla spedizione della merce garantisce totalmente il
venditore e fa assumere il rischio totale della transazione al compratore. Al
contrario il pagamento posticipato rende totalmente sicuro il compratore che
effettuerà l’esborso solo a ricezione della merce, mentre il rischio è assunto
dal venditore. In entrambi i casi, comunque, il contraente può cautelarsi dal
rischio richiedendo alla controparte l’emissione di una garanzia bancaria
internazionale a tutela del pagamento anticipato effettuato o a copertura del
rischi del mancato pagamento posticipato.
INCASSO DOCUMENTARIO - L’incasso documentario consiste in una forma
di pagamento in base alla quale il venditore conferisce alla propria banca
mandato di incassare l’importo della fornitura dal compratore contro consegna
dei documenti relativi alla spedizione della merce. Per assolvere il mandato la
banca del venditore trasmette i documenti alla banca del compratore, la quale
si occuperà dell’incasso. Tale forma di pagamento è regolamentata dalla pubblicazione
n. 522 NUI delle norme uniformi relative
agli incassi emessa dalla Camera di Commercio Internazionale di Parigi (CCI), che disciplina obblighi e
responsabilità delle parti interessate.
In questo strumento le banche non si
assumono alcuna responsabilità né impegno: è il debitore che decide o meno se
ritirare i documenti e pagare. Si deve, però, tenere conto che, pur non
esistendo alcuna disposizione normativa sui documenti da presentare, di solito
nell’incasso documentario vengono inclusi quei documenti che sono necessari al
compratore per sdoganare e quindi ritirare la merce (es. polizza di carico
marittima, certificato d’origine);
perciò il pagamento è in sostanza contestuale al ritiro della merce e
ciò garantisce entrambe le parti. Inoltre, in caso l’operazione non vada a buon
fine, l’insolvenza sarà certificata dalla banca.
CREDITO DOCUMENTARIO - Il credito
documentario è uno strumento complesso che necessiterebbe di ampia analisi e
spiegazione di ogni suo aspetto; in estrema sintesi si definisce come l’impegno
irrevocabile assunto da una banca, su ordine del compratore, ad eseguire una
determinata prestazione (pagamento di un importo determinato) a favore del
beneficiario (venditore) entro una determinata scadenza contro presentazione
dei documenti richiesti nel testo, conformi a quanto indicato dal credito
stesso. I crediti documentari sono regolati dalle cosiddette norme ed usi uniformi relativi ai crediti
documentari UCP 600.
Il credito documentario è la forma di
pagamento che offre maggiore sicurezza all’impresa che vende all’estero in
quanto l’impegno ad eseguire il pagamento a presentazione di documenti
conformi, viene assunto irrevocabilmente da un istituto bancario e, pertanto, è
la banca stessa che diventa debitrice nei confronti del beneficiario estero. Le
aziende importatrici, a loro volta, avranno la sicurezza che la loro banca
effettuerà il pagamento a favore del venditore estero solo quando i documenti
relativi alla spedizione giungeranno alla banca stessa e risulteranno conformi
alle condizioni e ai termini del credito documentario. Questo strumento di
pagamento rappresenta, quindi, una soluzione di sicuro vantaggio sia per il
venditore che per il compratore, poiché coniuga le esigenze e le aspettative di
entrambe le parti.
Il credito documentario può essere
“confermato” dalla banca del beneficiario: la banca confermante aggiunge il
proprio impegno a quello della banca emittente. La conferma di un credito
rappresenta infatti un impegno
inderogabile come quello assunto dalla banca emittente, con il quale la banca
del beneficiario si obbliga ad effettuare il pagamento, a presentazione di
documenti conformi, nel caso in cui la banca emittente non adempia al proprio
impegno, coprendo, così, il rischio banca e Paese.
Pur essendo uno strumento “antico”,
resta diffusissimo nelle operazioni con i Paesi dove il rischio commerciale e
il rischio Paese sono elevati (Medio
Oriente, Africa, ecc. ecc.) e in quelle transazioni ove entrambe le parti
vogliano avere una garanzia di prestazione.
GARANZIA BANCARIA INTERNAZIONALE - La
garanzia bancaria internazionale si può definire come un impegno assunto da una
banca ad eseguire una prestazione a favore di un beneficiario nel caso in cui
l’obbligato principale non adempia ai suoi impegni fissati contrattualmente e
richiamati nella garanzia stessa. A differenza del credito documentario, non
devono essere presentati documenti, ma, di solito, una semplice richiesta di pagamento
accompagnata da una dichiarazione che l’obbligato non ha adempiuto ai suoi
impegni contrattuali. Le forme più usate sono: garanzia contro il rischio di
mancato pagamento (payment guarantee),
garanzia dell’offerta (bid bond),
usata nella gare e appalti, garanzia di esecuzione (performance bond) e garanzia
di restituzione dell’acconto (advance
payment bond).
Lo strumento è relativamente diffuso in
quanto la copertura del rischio è solo per il beneficiario della garanzia.
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